Pantalone a cavallo basso e donne: un legame centenario

Quante volte abbiamo visto ragazzi indossare pantaloni particolari, con il cavallo basso?

 All'inizio abbiamo storto il naso, la seconda volta li abbiamo guardati meglio e infine li abbiamo amati. La potenza di questo modello è che veste in modo morbido lasciando che il tessuto ricada pigramente su fianchi e cavallo, il risultato è una comodità  senza paragoni e un'estetica caratteristica e lasciva.
 
Non sappiamo esattamente chi sia stato l'inventore ma a certo che nel Medio Oriente, il pantalone con il cavallo basso era un un capo tradizionale (famosissimi i pantaloni alla turca con cavallo basso e restringimento al livello delle caviglie). Ma se in questa precisa area geografica, il modello alla turca era ad appannaggio di uomini e donne, nel moderno Occidente le donne indossavano solo ed esclusivamente gonne e abiti. Il paradosso sociale non contemplava l'utilizzo femminile di un capo così maschile, eccezion fatta per le famose brache che nei secoli addietro aveva coperto le gambe delle donne, preservando la loro intimità .
Se nel 1911, il sarto Paul Poiret prese ispirazione dai famosi pantaloni alla turca, cucendo un modello simile con tunica velata per sua moglie, suscitando scalpore tra l'opinione comune, è nei tempi moderni che il pantalone con cavallo basso ha avuto la sua consacrazione. 
Gli anni '80 prima e 2000 poi portano, tra le tante novità, una rivisitazione del classico pantalone alla turca. Negli anni ottanta il pantalone conserva morbidezza nella parte centrale della gamba finendo stretto sopra la caviglia; il successo del 2000 sviscera totalmente la linea gonfia e l'allacciatura alla caviglia preservando il solo cavallo basso.
La sua seconda giovinezza vive un momento d'oro tra i giovani grazie alla versatilità  del capo che permette di poter giocare con outfit sportivi o casual a seconda degli accessori.
Ed è proprio questa polivalenza a creare diversi filoni fashion.
La moda etnica ha sempre avuto il suo fascino tra i giovani e nei piccoli bazar e negozietti a tema, il pantalone a cavallo basso compariva inesorabilmente facendo sfoggio di fantasie colorate e vivaci. Le ragazze indossavano i vari modelli, abbinandoli a top semplici, collane vistose e borse africane a tracolla. 
Dall'altra parte, l'antico mondo sporty-chic ebbe un duro colpo e una nuova pagina da scrivere grazie alla commercializzazione e alla pubblicità  mediatica delle tute con cavallo basso che permettevano di fare sport e danza senza paura di mostrare troppe forme durante l'attività  fisica. La richiesta di questo capo ebbe un boom senza precedenti, finalmente tutte le donne potevano sentirsi a loro agio e per di più con un prodotto alla moda.
Ma il percorso del pantalone a cavallo basso non è ancora terminato; per i primi anni, seppur amato, non riesce a raggiungere un pubblico più raffinato.
Nonostante sia stato adottato anche dal jeans, riuscendo ad entrare con pieno diritto nel settore del casual, è solo nel 2011 che questo modello viene consacrato da un re della moda: Giorgio Armani decide di proporre una nuova linea di pantaloni con cavallo basso e chiusura diagonale, dalle forti influenze orientali e che sembra celebrarne la massima gloria.
Finalmente questo modello raggiunge il suo apice, 
divenendo un elemento di spicco anche tra gli outfit classici e ricercati. 
Il taglio stretto con cavallo basso diventa l'alternativa al pantalone elegante ma obsoleto. Facilmente abbinabile con giacche avvitate, camicie larghe da indossare in modo easy o maglioni oversize.

Com'è possibile ottenere da un solo modello una versione elegante, giocosa, hippie, cool o sportiva?
La forza del pantalone a cavallo basso è la sua capacità  malleabile che ben si intona con i vari stili potenziandone l'effetto ma senza perdere la sua anima.
Ancora oggi, seppur con una storia centenaria, riesce ad essere moderno e rivoluzionario, portando una ventata "unconventional" all'outfit.